martedì 30 dicembre 2008

Doppia moralità e schizofrenie etiche
Severità contro la droga, illegale, e convivenza se non incentivi per le droghe legali: tabacco ed alcool finanziano settori pubblici di rilievo mentre sulla “droga” si tentano campagne elettorali e ricerca di consensi.
Lotta alle dipendenze mentre continua a crescere l’incentivo per ogni forma di gioco d’azzardo: le sale Bingo si estendono a macchia d’olio mentre il lotto finanzia le opere di restauro del nostro patrimonio culturale, i video poker diventano per tanti gli unici compagni a pagamento in grado di contrastare la noia e creare nuove dipendenze.
Sono queste doppie moralità il segnale che qualcosa non funziona e che la legalità è piegata ad altri scopi, utilizzata per ottenere consenso elettorale o strumentalizzata per altre finalità.
Sono schizofrenie come queste a disorientare e a contribuire alla diffusione di una mentalità ricca di alibi per poter disattendere il senso e le forma della legge.

Infatti non è possibile, se tutti dicono di voler combattere le mafie, che esse continuino a prosperare.
AI PARTITI CHIEDIAMO UNA AUTOREGOLAMENTAZIONE perché chi subisce delle condanne deve restare fuori, non può nascondersi tra i banchi del Parlamento: invece troviamo chi ha problemi di giustizia irrisolti anche nella commissione giustizia e addirittura in Commissione Antimafia.

Semplificare e confondere le idee, per aggirare la legge.
Prendi una realtà complessa, semplifica il tutto e trasforma un frammento di verità nel tutto. Fai girare la voce e non stancarti di ripetere quanto ottenuto, a proposito e a sproposito: il risultato sarà che una mezza bugia è diventata realtà. E non solo, avrai anche addormentato le coscienze e le avrai diseducate ad abitare la complessità sociale.
Chi tenta di perseguire la giustizia nei confronti di un imputato potente è un “comunista” che usa il suo potere per interessi di parte.
Semplificare e “parlare al cuore della gente” può voler dire che non è necessario usare la testa: basta il consenso emotivo. Se viene meno però la partecipazione democratica, fatta anche di diverse fonti di informazione, il primo problema è la crescita dell’illegalità, mentre la legalità finisce per essere solo un ostacolo per il manovratore.
Dobbiamo collegare le parole alla vita reale: troppe sono quelle abusate e strumentalizzate come pace, giustizia, diritti.
E anche legalità che significa rispetto delle regole da parte di tutti, anche dei potenti, che hanno schiere di avvocati pronti a tutto per difenderli quando sbagliano.

Assistiamo dunque ad una grave crisi della legalità nel nostro paese: uno Stato che aumenta sempre più l’area del penale e diminuisce sempre più quella del sociale. Se è vero che la legge è nata per difendere i più deboli, la crisi della legalità è testimoniata dai tanti che sotto gli occhi di tutti vengono abbandonati al proprio destino.
Inoltre la giustizia non è una virtù personale, ma un valore di dimensione sociale.
Trasgredire, disattendere, barare, tradire, deridere la legalità non costituiscono quindi una colpa per la persona in causa MA E’ UNA FERITA PER L’INTERA COMUNITA’.
Chi ricopre ruoli di funzione pubblica , anche insegnanti ed educatori, e tenuto all’onesta non solo per la propria coscienza , ma anche perché rappresentante del sistema sociale.
C’è una DOPPIA ETICA: quella personale e quella collettiva, sociale, comunitaria.
Chi ha una funzione pubblica non crea solo cattivo esempio, ma proprio perché l’esempio crea imitazione, ci troviamo di fronte a dei veri e propri cattivi maestri dell’illegalità.


Dividere in parti uguali tra diseguali
Dividere in parti uguali tra diseguali è il massimo dell’ingiustizia
.
Cresce la voglia di condivisione tra uguali, amici, parenti, vicini di casa ma si fugge dalla diversità, meglio se rimane lontano e possibilmente ben nascosta.
Quando però è necessario proporre uguaglianza nel contesto delle sanzioni, allora è bene riprendere le distinzioni:al debole sanzioni forti, al forte sanzioni deboli: alla forza della legge subentra così la legge della forza. E questo vale anche quando si devono fare delle scelte e non posso non arrabbiarmi di fronte a quelle politiche che spesso sono troppo prudenti. La stragrande maggioranza delle associazioni e dei movimenti è fortemente arrabbiata, è necessario che la nostra politica si sviluppi anche attraverso scelte coraggiose.

Fermarsi alla legalità
….è il rischio in cui tutti possono cadere. La legalità non è un valore a se ma un bene fondamentale. E’ uno strumento indispensabile perché i valori di giustizia, della nonviolenza, dell’equità e della partecipazione al bene comune possano avanzare. Oltre la legalità si trovano diritti e dignità umana. Fermarsi alla legalità può diventare il massimo dell’illegalità, l’esaltazione della forma contro la sostanza data dalla giustizia.
Perché nessuno si chiuda in una cultura delle norma che schiaccia la persona e rende impossibile creare cambiamento. Dobbiamo osare affermarlo : è tanto ingiusto e scorretto cambiare le regole per trarre vantaggio di parte quanto non cambiare nulla per difendere i propri privilegi. Anche in questo punto c’è schizofrenia, a volte ci si irrigidisce sull’aspetto formale della norma anche quando è negata la sostanza, altre volte la legge diventa inviolabile, sacra e assoluta.
Il rispetto della legge non ci deve frenare dal dovere di correggerla e di migliorarla quando questa è in contrasto con il senso di giustizia e con la difesa del debole.,.
Ad esempio la restituzione alle comunità locali dei beni che prima avevano rappresentato la forza dei mafiosi è una vittoria: è in grado di riaffermare il primato della legalità e della democrazia, creando servizi e vivibilità, AFFERMANDO COSI’ LA CONVENIENZA DELL’ANTIMAFIA.
Anche se rimane il rischio che la mafia cerchi di infilarsi in questo circolo virtuoso per farlo saltare da dentro senza minacce o intimidazioni ( che cmq ci sono state).

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